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Manhattan Denim

Dimensioni: 40x40 cm
stampa fine art su canvas
Anno 2024


Quest'opera digitale dell'artista e Designer Gabriella Alison Cevrero, è un ritratto ipersaturo e visionario che fonde con maestria l'estetica rococò del XVIII secolo con elementi contemporanei e urbani, creando un contrasto temporale e culturale onirico. 

Realizzata in stile pittorico digitale, evoca la raffinatezza di un quadro ad olio classico, con una resa luminosa e dettagliata che richiama maestri come Fragonard o Boucher, ma irrompe nel mondo moderno attraverso un'ambientazione newyorkese iconica.




La figura centrale


Al cuore della composizione troneggia una giovane donna seduta su un sontuoso divano Luigi XV in legno scolpito e tappezzeria chiara, dalle forme curve e ornate tipiche del rococò. 

Il suo abbigliamento è un capolavoro di anacronismo: indossa un abito da cortigiana francese, con un corpetto stretto e scollato in avorio e beige, ornato da ricami floreali delicati e pizzi vaporosi sulle maniche a sbuffo. I capelli sono raccolti in un'acconciatura elaborata, sormontata da una tiara preziosa, e adornati da un filo di perle che scende sul collo. Il suo viso, dal trucco sobrio e dallo sguardo malinconico e penetrante, emana un'aura di nobiltà pensosa, con guance rosee e labbra socchiuse in un'espressione enigmatica. 

Le mani sottili, intrecciate in grembo, stringono un fazzoletto o un ventaglio, mentre i piedi nudi – un dettaglio intimo e vulnerabile – emergono dal bordo dell'abito, poggiando sul pavimento di legno antico.

Ma è il colpo di scena che ruba la scena: al posto della gonna voluminosa e petticoat settecentesco, la donna indossa pantaloni di jeans blu sdruciti e moderni, arrotolati alle caviglie in un casual audace. Questo elemento blue jeans, con le sue cuciture grezze e il lavaggio logoro, si drappeggia come una gonna fluida, creando un ibrido surreale tra eleganza aristocratica e ribellione streetwear. È un dialogo provocatorio tra epoche: il lusso effimero del passato contro la democrazia quotidiana del presente.L'ambientazione e lo sfondo

L'opera è immersa in un'atmosfera onirica e teatrale, con un interno domestico che si apre su un paesaggio urbano surreale. Il divano è posto su un pavimento di assi di legno scuro, coperto da tappeti orientali e cuscini blu intenso, che aggiungono tocchi di calore e comfort. Ai lati, tende vaporose e drappi cadono con grazia, incorniciando la scena come in un palcoscenico barocco.

Lo sfondo è un capolavoro di fusione temporale: attraverso un arco o una finestra gotica – con mura di pietra antica e rampicanti fioriti – si apre un vasto skyline di New York, simbolo della modernità americana. In lontananza, svettano l'Empire State Building e la One World Trade Center tra nuvole grigie e un cielo tempestoso, mentre il Brooklyn Bridge si staglia maestoso sul fiume East River, punteggiato da piccole barche a vela che solcano le acque calme. 

Questo contrasto tra architettura medievale e grattacieli art déco genera un senso di dislocazione temporale, come se la nobiltà francese fosse stata trapiantata nel cuore pulsante della Grande Mela, in un sogno distopico o un'utopia steampunk.




Atmosfera, colori e temi


La palette cromatica è morbida e avvolgente, dominata da toni pastello e terrosi: beige e avorio per l'abito, blu profondo per i jeans e i cuscini, grigi e azzurri per il cielo nuvoloso. La luce diffusa, quasi nebbiosa, filtra dal paesaggio esterno, illuminando la figura con un bagliore etereo che accentua i dettagli minuti – dalle pieghe del tessuto alle venature delle foglie – e crea ombre delicate che suggeriscono introspezione e malinconia.Tematicamente, l'opera esplora l'identità ibrida, il femminismo contemporaneo e la nostalgia per un lusso perduto. La donna, regina anacronistica in un mondo ipermoderno, simboleggia forse la resilienza della grazia femminile attraverso i secoli, o una critica ironica alla moda effimera. 

È un invito a riflettere sul tempo, sulla cultura e sull'ibridazione, dove il passato non è solo rivisitato, ma reinventato con un tocco di umorismo e audacia.

Questa creazione digitale di Gabriella Cevrero è un ponte visivo tra Versailles e Manhattan, un ritratto che cattura l'essenza del rococò – gioia, ornamento, sensualità – e lo proietta nel caos creativo del XXI secolo, lasciando lo spettatore sospeso tra ammirazione e stupore.

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